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E’ stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto del Ministero dell’Interno 2 settembre 2021 (“Criteri per la gestione dei luoghi di lavoro in esercizio ed in emergenza e caratteristiche dello specifico servizio di prevenzione e protezione antincendio, ai sensi dell'articolo 46, comma 3, lettera a), punto 4 e lettera b) del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81”) che definisce le nuove linee guida sulla gestione in esercizio ed in emergenza della sicurezza antincendio, con indicazioni su formazione, informazione, addetti antincendio e docenti. E’ importante sottolineare che il decreto si applica alle attività che si svolgono nei luoghi di lavoro come definiti dall'art. 62 del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81., mentre per quello che riguarda i cantieri temporanei o mobili le uniche disposizioni da applicare sono gli articoli 4 (Designazione degli addetti al servizio antincendio), 5 (Formazione ed aggiornamento degli addetti alla prevenzione  incendi, lotta antincendio e gestione dell'emergenza) e 6 (Requisiti dei docenti).

Il decreto, entrerà in vigore un anno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (pubblicazione avvenuta il 4 ottobre 2021).

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Con la Legge 19 novembre 2021 n. 165, in vigore dal 21 novembre u.s., vengono introdotte alcune importanti novità per quello che riguarda la verifica del green pass nei luoghi di lavoro.


Nello specifico, all’articolo 1 C. 5 si precisa che “[…]i lavoratori possono richiedere di consegnare al proprio datore di lavoro copia della propria certificazione verde COVID-19. I lavoratori che consegnano la predetta certificazione, per tutta la durata della relativa validità, sono esonerati dai controlli da parte dei rispettivi datori di lavoro”. Questo significa che i dipendenti hanno facoltà, per snellire le procedure di verifica, di consegnare volontariamente il proprio green pass al Datore di Lavoro, per essere esonerati dal controllo quotidiano per tutta la durata della validità della certificazione.

Un’altra importante novità riguarda l’introduzione dell’articolo 3-bis riguardante la scadenza delle certificazioni verdi COVID-19 in corso di prestazione lavorativa.

Il nuovo articolo indica che dopo l’articolo 9-octies del decreto-legge 22 aprile 2021, n. 52 è inserito il seguente articolo: Art.9-novies. che indica che “Per i lavoratori dipendenti pubblici e privati la scadenza della validità della certificazione verde COVID-19 in corso di prestazione lavorativa non dà luogo alle sanzioni previste, rispettivamente, dagli articoli 9-quinquies, commi 7 e 8, e 9-septies, commi 8 e 9. Nei casi di cui al precedente periodo la permanenza del lavoratore sul luogo di lavoro è consentita esclusivamente per il tempo necessario a portare a termine il turno di lavoro».

Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di giugno. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (giugno 2020 vs giugno 2021) e “di periodo” (gennaio-giugno 2020 vs gennaio-giugno 2021). Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche.

Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Inail, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2021, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia. Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie, effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Il confronto tra i primi semestri del 2020 e del 2021 richiede molta prudenza ed è da ritenersi poco significativo a causa della pandemia che nel 2020 ha provocato, soprattutto per gli infortuni mortali, una manifesta “tardività” nella denuncia, anomala ma rilevantissima, generalizzata in tutti i mesi, ma amplificata soprattutto a marzo 2020, mese di inizio pandemia, che ne inficia la comparazione con i mesi del 2021. Gli open data mensili per il periodo gennaio-giugno 2020 non quantificano, infatti, un rilevante numero di “tardive” denunce (in particolare mortali) da contagio da Covid-19, data la circostanza non sempre chiara, emersa soprattutto agli inizi della pandemia e prima dell’emanazione delle circolari Inail n. 13 del 3 aprile 2020 e n. 22 del 20 giugno 2020, di ricondurre la natura dei contagi da nuovo Coronavirus a infortunio sul lavoro (in quanto la causa virulenta è equiparata alla causa violenta) e non a malattia professionale.

Ciò premesso, nel periodo gennaio-giugno di quest’anno si registra, rispetto all’analogo periodo del 2020, un aumento delle denunce di infortunio in complesso, un decremento di quelle mortali e una risalita delle malattie professionali.

DENUNCE DI INFORTUNIO
Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di giugno sono state 266.804, quasi 22mila in più (+8,9%) rispetto alle 244.896 dei primi sei mesi del 2020, sintesi di un decremento delle denunce osservato nel trimestre gennaio-marzo (-10%) e di un incremento nel periodo aprile-giugno (+40%), nel confronto tra i due anni.

I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano nei primi sei mesi del 2021 un aumento a livello nazionale degli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (+17,9%, da 27.201 a 32.065 casi), che sono diminuiti del 33% nel primo bimestre di quest’anno e aumentati del 90% nel periodo marzo-giugno (complice il massiccio ricorso allo smart working nello scorso anno, a partire proprio dal mese di marzo), e un incremento del 7,8% (da 217.695 a 234.739) di quelli avvenuti in occasione di lavoro, calati del 9% nel primo trimestre di quest’anno e aumentati del 34% nel successivo trimestre aprile-giugno.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati è aumentato del 6,7% nella gestione Industria e servizi (dai 209.118 casi del 2020 ai 223.162 del 2021), del 7,3% in Agricoltura (da 12.068 a 12.950) e del 29,4% nel Conto Stato (da 23.710 a 30.692). Si osservano incrementi generalizzati in quasi tutti i settori produttivi tranne, in particolare, in quello della “Sanità e assistenza sociale”, che nei primi sei mesi di quest’anno presenta una diminuzione del 35,8% (sintesi di un +163% del primo bimestre e di un -68% del periodo marzo-giugno) degli infortuni avvenuti in occasione di lavoro rispetto al pari periodo del 2020, pur distinguendosi ancora per numerosità di eventi, e nel settore dell’alloggio e ristorazione (-10,9%).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione delle denunce soltanto nel Nord-Ovest (-5,5%), al contrario delle Isole (+19,0%), del Sud (+17,0%), del Centro (+17,0%) e del Nord-Est (+15,6%). Tra le regioni si registrano decrementi percentuali solo in Valle d’Aosta, Piemonte, Provincia autonoma di Trento e Lombardia, mentre gli incrementi percentuali più consistenti sono quelli di Basilicata, Molise e Campania. L’aumento che emerge dal confronto dei primi semestri del 2020 e del 2021 è legato alla sola componente maschile, che registra un +17,6% (da 142.774 a 167.852 denunce), mentre quella femminile presenta un decremento del 3,1% (da 102.122 a 98.952).

L’incremento ha interessato sia i lavoratori italiani (+8,3%) sia gli extracomunitari (+15,4%) e comunitari (+2,2%). L’analisi per classi di età mostra un calo solo tra i 15-19enni (-10,5%), con incrementi per la fascia tra i 20 e i 49 anni (+10,3%) e tra gli over 50 (+4,2%).
 
CASI MORTALI
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto entro il mese di giugno sono state 538, 32 in meno rispetto alle 570 registrate nei primi sei mesi del 2020 (-5,6%). Il confronto tra il 2020 e il 2021, come detto, richiede però cautela, in quanto i dati delle denunce mortali degli open data mensili, più di quelli delle denunce in complesso, sono provvisori e influenzati fortemente dalla pandemia da Covid-19, con il risultato di non conteggiare un rilevante numero di “tardive” denunce mortali da contagio, in particolare relative al mese di marzo 2020. Si fa notare, inoltre, che i decessi causati dal Covid-19 avvengono dopo che è intercorso un periodo di tempo più o meno lungo dalla data del contagio.

Ciò premesso, a livello nazionale i dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano per il primo semestre di quest’anno un aumento solo dei casi in itinere, passati da 85 a 94 (+10,6%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono stati 41 in meno (da 485 a 444, -8,5%). L’aumento ha riguardato solo le gestioni assicurative dell’Agricoltura (da 41 a 58 denunce mortali) e del Conto Stato (da 24 a 33), mentre l’Industria e servizi segna un -11,5% (da 505 a 447 denunce). Dall’analisi territoriale emerge un aumento nel Sud (da 115 a 157), nel Nord-Est (da 107 a 118 casi mortali) e nel Centro (da 101 a 102). Il numero dei decessi, invece, è in calo nel Nord-Ovest (da 213 a 128) e nelle Isole (da 34 a 33).

Il decremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2021 è legato sia alla componente femminile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 60 a 51 (-15,0%), sia a quella maschile, che è passata da 510 a 487 casi (-4,5%). Il calo riguarda le denunce dei lavoratori italiani (da 485 a 463) e comunitari (da 32 a 18), mentre quelle dei lavoratori extracomunitari passano da 53 a 57. Dall’analisi per classi di età si segnalano incrementi per le classi 20-29 anni (sei decessi in più) e 40-54 anni (+28 casi), e decrementi in quelle 30-39 anni (-7 casi) e over 55 (-59 decessi, da 307 a 248 casi).

Al 30 giugno di quest’anno risultano nove incidenti plurimi avvenuti nel primo semestre, per un totale di 23 decessi, 15 dei quali stradali (due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa ad aprile, sette in provincia di Piacenza a giugno). Due lavoratori hanno perso la vita a seguito di un crollo di un fabbricato in provincia dell’Aquila a marzo, due a causa di inalazione di vapori tossici in provincia di Pavia a maggio, due per esplosione/incendio di un capannone in provincia di Perugia a maggio, altri due, infine, per soffocamento durante la pulizia di una cisterna in provincia di Cuneo a giugno. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi registrati tra gennaio e giugno erano stati quattro, con otto casi mortali denunciati.
 


DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE
Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nei primi sei mesi del 2021 sono state 28.855, 8.518 in più rispetto allo stesso periodo del 2020 (+41,9%), sintesi di un calo del 26% nel periodo gennaio-febbraio e di un aumento del 114% in quello di marzo-giugno, nel confronto tra i due anni.
Le patologie denunciate tornano quindi ad aumentare, dopo un 2020 condizionato fortemente dalla pandemia con denunce in costante decremento nel confronto con gli anni precedenti. I vari stop e ripartenze alle attività produttive hanno, infatti, ridotto nel 2020 l’esposizione al rischio di contrarre malattie professionali. Allo stesso tempo lo stato di emergenza, le limitazioni alla circolazione e gli accessi controllati a strutture sanitarie di vario genere hanno disincentivato e reso più difficoltoso al lavoratore la presentazione di eventuali denunce di malattia durante tutto l’anno, rimandandola al 2021.
L’incremento ha interessato le tre gestioni Industria e servizi (+42,1%, da 16.676 a 23.704 casi), Agricoltura (+42,0%, da 3.442 a 4.887) e Conto Stato (+20,5%, da 219 a 264) e tutte le aree territoriali del Paese: Nord-Ovest (+31,8%), Nord-Est (+50,7%), Centro (+48,2%), Sud (+46,5%) e Isole (+8,5%). In ottica di genere si rilevano 6.119 denunce di malattia professionale in più per i lavoratori, da 14.919 a 21.038 (+41,0%), e 2.399 in più per le lavoratrici, da 5.418 a 7.817 (+44,3%). In aumento sia le denunce dei lavoratori italiani, che sono passate da 18.910 a 26.734 (+41,4%), sia quelle dei comunitari, da 478 a 676 (+41,4%), e degli extracomunitari, da 949 a 1.445 (+52,3%).
Le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e dell’orecchio continuano a rappresentare, anche nel primo semestre del 2021, le prime tre malattie professionali denunciate, seguite da quelle del sistema respiratorio e dai tumori.



Tratto da: https://www.puntosicuro.it/sicurezza-sul-lavoro-C-1/tipologie-di-contenuto-C-6/dati-statistiche-C-54/infortuni-malattie-professionali-i-dati-inail-del-primo-semestre-2021-AR-21515/ - Copyright © All Rights reserved 1999-2019 - All Rights Reserved.

Il nuovo Decreto Legge pubblicato in gazzetta il 23 luglio u.s. prevede la possibilità per l’utenza di accedere ai servizi di ristorazione al chiuso per il consumo al tavolo solo se si è in possesso di certificazione verde COVID-19.

Sono i titolari o i gestori delle attività a dover verificare il possesso di idonea certificazione da parte dei clienti. In caso di violazione può essere elevata una sanzione pecuniaria da 400 a 1000 euro sia a carico dell’esercente sia dell’utente. Qualora la violazione fosse ripetuta per tre volte in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.

Il Green Pass non è richiesto sotto i 12 anni di età. Via libera quindi anche senza tampone. 

Come viene verificato il Green Pass? Tramite l’applicazione “Verifica C19”, che permette al titolare/incaricato dell’attività di verificare, prima dell’accesso, la validità del Certificato senza violazioni di Privacy.

Dunque il green pass dovrà essere esibito per sedersi, se la consumazione avverrà all'interno del locale. Non all'aperto né tantomeno al bancone. L’utenza, anche se consuma il pasto all’aperto, può tranquillamente usufruire dei servizi igienici interni (Rimangono infatti sempre obbligatorie Mascherine e sanificazione mani).

Rimangono comunque in vigore tutte le misure precedentemente adottate (registro presenze, sanificazione, mascherine, distanziamento...)

Rimangono in vigore tutte le Misure precedentemente adottate per i festeggiamenti post Cerimonie (in questo caso sia all’esterno che all’interno).

A seguito del Decreto Legge n.105 del 23 luglio, è prevista l’obbligatorietà del green pass per l’accesso a eventi sportivi, fiere, congressi, musei, parchi tematici e di divertimento, centri termali, sale bingo e casinò, teatri, cinema, concerti, concorsi pubblici. Ma anche per sedersi ai tavoli al chiuso di bar e ristoranti, e per piscine, palestre, sport di squadra e centri benessere, limitatamente alle attività al chiuso.

Quando viene rilasciato il green pass? Di seguito alcune informazioni utili.

In caso di vaccinazione:

  • per la prima dose dei vaccini che ne richiedono due, la Certificazione sarà generata dal 12° giorno dopo la somministrazione e avrà validità a partire dal 15° giorno fino alla dose successiva;
  • nei casi di seconda dose o dose unica per pregressa infezionela Certificazione sarà generata entro un paio di giorni;
  • nei casi di vaccino monodosela Certificazione sarà generata dal 15° giorno dopo la somministrazione.

In caso di tampone negativo:

  • Nei casi di tampone negativo la Certificazione sarà generata in poche ore e avrà validità per 48 ore dall’ora del prelievo.

In caso di guarigione:

  • Nei casi di guarigione da COVID-19 la Certificazione sarà generata entro il giorno seguente.
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